“Abbiamo costruito il primo modello conversazionale di triage partendo dai bisogni reali delle persone, con uno sguardo femminile e inclusivo“. Con queste parole, Giulia Marchese introduce la visione alla base di Geen, progetto candidato al Premio Dusmet – Life Science | Innovazione Sociale, in programma il 29 ottobre 2025 alla Fiera del Mediterraneo di Palermo (pad. 20), nell’ambito di Expomedicina 2025.
La piattaforma punta a ridefinire l’accesso alla salute sessuale e riproduttiva, mettendo al centro i bisogni di donne, persone trans e non binarie, spesso trascurati dai modelli sanitari tradizionali.
Ideata da Giulia Marchese e Lucia Vernino, co-fondatrici della startup Geen.ai S.R.L., l’iniziativa è stata sviluppata da un team interamente femminile, che unisce competenze scientifiche, tecnologiche e comunicative. Il progetto nasce con un obiettivo tanto ambizioso quanto urgente: colmare il vuoto nei dati sanitari di genere, una carenza strutturale che continua a generare disuguaglianze e inefficienze, penalizzando milioni di persone, in particolare le donne.
“Siamo data scientist, sviluppatrici, esperte di marketing e comunicazione – spiega Giulia Marchese – che hanno unito le proprie competenze per creare una piattaforma che non esisteva: un sistema conversazionale capace di orientare l’utente verso il servizio sanitario più adatto e prenotarlo direttamente. È un modello nuovo, che parte dai dati e arriva alle persone”.
Al centro del progetto c’è Geen, un assistente digitale predittivo, in grado di analizzare sintomi, esigenze e contesto per proporre il servizio sanitario, psicologico o di benessere sessuale e riproduttivo più adatto alla persona. Non si limita, però, solo a fornire indicazioni: consente anche la prenotazione immediata del servizio, facilitando l’accesso concreto alle cure. Il sistema abbina ciascun utente al professionista più adeguato, tenendo conto delle specificità individuali e contribuendo così a ridurre il divario di genere nella sanità e a rendere la salute più inclusiva, efficace e centrata sulla persona.
“Le persone oggi si trovano sole di fronte a sintomi che non sanno interpretare e a un’offerta sanitaria frammentata – sottolinea Marchese – Geen risolve questa disconnessione, accompagnando ciascunə con linguaggio chiaro, strumenti digitali e un approccio costruito sulla realtà, non sulla media astratta”.
Attualmente la piattaforma è operativa in versione beta, con oltre 3.700 utenti registrati, più di 500 prenotazioni effettuate e una rete di 450 professionisti sanitari preselezionati.
Geen nasce per affrontare un nodo strutturale che attraversa tutto il sistema sanitario: l’assenza di dati di genere nei modelli decisionali. Una lacuna che si traduce in diagnosi errate, trattamenti inefficaci e costi evitabili.
“Tutti i modelli decisionali sanitari – spiega Giulia Marchese – sono costruiti su dati universali, che in realtà sono dati maschili, ma il ‘soggetto universale’ non esiste. Non sappiamo, ad esempio, come cambia la risposta a una diagnosi errata tra uomo e donna, o come si presenta lo stesso sintomo in corpi diversi”.
Per rispondere a questo problema, Geen raccoglie dati disaggregati per genere, costruendo una base informativa più realistica e rappresentativa. I modelli decisionali, sviluppati internamente, si fondano su questi dati e sono progettati per correggere distorsioni strutturali, che colpiscono in modo particolare donne, persone LGBTQIA+, migranti, giovani e soggetti con disabilità.
“La nostra soluzione raccoglie sistematicamente dati disaggregati per genere e li inserisce in nuovi modelli decisionali basati su un’intelligenza artificiale nostra, proprietaria ed etica, perché integra dati che ad oggi non esistono”.
Pur essendo nato a Milano, il progetto è guidato da una fondatrice siciliana (madre catanese, padre palermitano) e ha scelto di costruire le sue prime alleanze proprio nel Sud Italia, dove il divario di accesso ai servizi sanitari è maggiore.
Oggi Geen è attiva in Sicilia con due progetti pilota: uno con l’ASP di Trapani, per percorsi digitali legati alla disforia di genere e un altro con il Comune di Messina, dove è stato attivato un servizio digitale di orientamento e prenotazione integrato nello sportello delle pari opportunità.
La piattaforma propone un nuovo modo di intendere la salute. L’intelligenza artificiale alla base della piattaforma è sviluppata internamente e segue principi etici rigorosi, con l’obiettivo di intervenire sulle disuguaglianze alla radice.
I numeri confermano la portata del problema:
Geen rappresenta un esempio concreto di innovazione al servizio della giustizia sociale. Una tecnologia che mette al centro la persona, che rifiuta modelli standardizzati e che costruisce soluzioni realmente inclusive, a partire dai dati e dal territorio. Un progetto che vuole cambiare il modo in cui la sanitò ascolta, riconosce e cura.