Amato (Ordine dei Medici): “La medicina del futuro sarà più tecnologica e più umana”


Il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo e consigliere nazionale Fnomceo, il dott. Toti Amato, membro della giuria del Premio Dusmet 2025, riflette sul ruolo della sanità digitale e sul valore umano della cura.

Un medico tra scienza e coscienza

La medicina, oggi più che mai, è sospesa tra la spinta del progresso tecnologico e l’urgenza di preservare la propria anima umana. A ricordarlo con forza è Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, consigliere nazionale Fnomceo e componente della giuria di qualità del Premio Dusmet 2025, che valuterà l’impatto clinico delle proposte più innovative in ambito sanitario.

La sua è una voce autorevole, capace di unire l’esperienza clinica alla visione di chi guida una delle più importanti istituzioni mediche siciliane.

“Fare medicina è un’arte che si deve servire della scienza — afferma Amato — un concetto che racchiude il senso più autentico della professione medica. La tecnologia è un alleato prezioso, ma non può sostituire il pensiero clinico né il rapporto umano tra medico e paziente. Il rischio, altrimenti, è perdere la centralità della persona”.

Etica e tecnologia: la cura deve restare umana

Nell’analisi di Amato emerge con chiarezza la necessità di un’innovazione guidata da un’etica solida. L’intelligenza artificiale, la robotica, i sistemi digitali sono strumenti potenti, ma devono restare al servizio dell’uomo.

“Garantire che il progresso resti al servizio dell’uomo — spiega — significa investire non solo nella tecnologia, ma anche nella formazione, nella consapevolezza e nel senso di responsabilità del medico. Solo così l’arte di curare continuerà a coniugare competenza e umanità, scienza e coscienza”.

Il suo pensiero riecheggia la filosofia del Premio Dusmet, che da sempre promuove la ricerca e l’innovazione come vie di solidarietà e di servizio al bene comune, mettendo al centro la persona e la sua dignità.

La sfida della sanità digitale: equità, sicurezza, formazione

In un’epoca in cui la digitalizzazione sta rivoluzionando il mondo sanitario, il dott. Amato sottolinea la necessità di una visione strategica che tenga insieme efficienza e giustizia sociale.

“La prima sfida è l’equità: l’innovazione non deve accentuare le disuguaglianze. Occorre garantire l’accesso alle cure anche a chi non ha competenze digitali o vive in territori svantaggiati”.

Altre due priorità, aggiunge, sono la tutela dei dati e la formazione del personale sanitario.

“La sicurezza dei dati è un valore irrinunciabile. Allo stesso tempo, serve una cultura digitale condivisa: la tecnologia cambia rapidamente e il medico deve poterla padroneggiare senza snaturare la sua missione di cura”.

Quando la connessione è anche relazione

Per Amato, la vera sanità connessa non è solo una rete di dispositivi, ma una rete di relazioni.

“Solo così la digitalizzazione potrà tradursi in un reale miglioramento dell’assistenza, capace di rispondere ai bisogni di tutti, non solo di chi è già connesso. La medicina del futuro sarà davvero moderna solo se riuscirà a essere più tecnologica e più umana, capace cioè di coniugare l’efficienza della rete con la delicatezza dell’ascolto”.

Un contributo di valore per il Premio Dusmet 2025

La presenza di Toti Amato nella giuria di qualità del Premio Dusmet 2025 conferma la volontà della Fondazione Dusmet di costruire un dialogo concreto tra scienza, etica e innovazione sociale.

Il suo contributo sarà determinante per valutare l’impatto clinico dei progetti finalisti, assicurando che ogni idea di progresso resti sempre ancorata a ciò che davvero conta: l’uomo e la sua cura.

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