Beato Dusmet, l’angelo di Catania: il cardinale che scelse i poveri come famiglia


Oggi, 25 settembre, la nostra testata giornalistica – nata dall’omonima Fondazione Dusmet – celebra la memoria del Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, proclamato tale da Papa Giovanni Paolo II il 25 settembre 1988, consegnandolo alla venerazione della Chiesa universale. Un arcivescovo che morì senza neppure un lenzuolo per avvolgere il suo corpo, perché tutto lo aveva già donato agli altri. È forse in questa immagine estrema che si racchiude la vita di Giuseppe Benedetto Dusmet, cardinale e arcivescovo di Catania, ricordato come l’Angelo di Catania.

Un uomo che seppe unire la fermezza del monaco benedettino alla radicalità della carità evangelica, trasformando la sua città e lasciando un segno che ancora oggi commuove e interroga. Oggi ne vogliamo ricordare non solo la sua storia, ma anche leredità spirituale e morale che ancora ispira ogni giorno la nostra missione di raccontare il nostro tempo con verità, attenzione e dedizione. La storia del Beato Dusmet non è soltanto memoria, ma luce che continua a guidare i nostri passi e che desideriamo condividere con tutti i nostri lettori.

Dalle origini nobili alla scelta della povertà

Nato a Palermo il 15 agosto 1818 da una famiglia nobile di origini belghe, Melchiorre Dusmet entrò giovanissimo nell’abbazia di San Martino delle Scale, scegliendo il nome di Giuseppe Benedetto. Ordinato sacerdote il 15 agosto 1842, univa intelligenza e umiltà, diventando presto guida di comunità benedettine a Caltanissetta, Napoli e infine Catania.

Il pastore che aprì le porte a tutti

Al monastero di San Nicolò lArena, Dusmet ridiede vita alla comunità monastica e non esitò, nel 1860, ad aprire le porte a Giuseppe Garibaldi e ai suoi uomini, testimoniando la sua capacità di accoglienza e di prudente equilibrio. Era un uomo che trasformava ogni gesto quotidiano in testimonianza evangelica.

Arcivescovo vicino al popolo

Dal 1867, come arcivescovo di Catania, la sua azione pastorale fu instancabile: visitava parrocchie, fondava oratori e scuole, apriva dormitori e promuoveva opere di assistenza sanitaria. I catanesi lo riconobbero come un padre e un fratello, un pastore capace di condividere la vita dei più umili e di scegliere la povertà come stile di vita.

Cardinale e riformatore benedettino

Nel 1889 Papa Leone XIII lo nominò cardinale, affidandogli incarichi di rilievo all’interno dell’Ordine Benedettino. Tra i suoi meriti, la rifondazione del Collegio Internazionale di sant’Anselmo e la riorganizzazione della Confederazione dell’Ordine di San Benedetto, che ancora oggi raccoglie monaci da tutto il mondo.

La morte, la fama di santità e la beatificazione

Giuseppe Benedetto Dusmet morì a Catania il 4 aprile 1894. Il popolo lo pianse come l’“Angelo di Catania”, e la sua tomba nella Cattedrale di Sant’Agata divenne subito meta di devozione. La sua fama di santità fu confermata dalla Chiesa quando, il 25 settembre 1988, Giovanni Paolo II lo proclamò Beato, indicandolo come testimone di una carità senza limiti.

L’eredità che ispira la nostra Testata

Oggi più che mai, la figura del Beato Dusmet resta un punto di riferimento attualissimo: un pastore che trasformò la fede in azione, la santità in servizio, l’amore di Dio in carità concreta. La nostra testata giornalistica, che porta il suo nome, trae costante ispirazione dal suo operato e dalla sua testimonianza, continuando a raccontare la realtà con lo sguardo rivolto ai più deboli e con la fedeltà ai valori che lo hanno reso “Angelo di Catania”.

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