Nel panorama contemporaneo, il concetto di Innovazione rischia spesso di essere ridotto a una questione di efficienza tecnologica, performance o brevetti. Ma se applicata con consapevolezza sociale, l’innovazione può – e deve – diventare uno strumento per rispondere alle sfide fondamentali del nostro tempo: quelle che riguardano la dignità delle persone, l’accesso alla salute, l’inclusione, la coesione sociale.
È in questa direzione che si muove il Premio Dusmet – Life Science e Innovazione Sociale, istituito dalla Fondazione Giuseppe Benedetto Dusmet. Un riconoscimento pensato non solo per valorizzare il progresso scientifico, ma soprattutto per premiare quelle soluzioni che riescono a tradurre la conoscenza in impatto concreto, portando la scienza fuori dai laboratori e dentro la vita quotidiana. Innovare, nel campo delle scienze della vita, significa infatti affrontare – con strumenti nuovi – problemi antichi: la solitudine degli anziani, la fragilità delle famiglie, la povertà sanitaria, la mancanza di accesso ai servizi essenziali. Significa mettere la tecnologia al servizio della cura, della relazione e della giustizia sociale.
Per orientare i partecipanti e chiarire il perimetro delle proposte ammissibili, il bando del Premio individua sette ambiti tematici principali, che rappresentano i fronti strategici su cui agire per costruire un modello di innovazione radicato nei valori del bene comune.
Il primo ambito riguarda il benessere delle comunità fragili. L’invito è rivolto a tutti quei progetti che pongono al centro le persone più esposte: anziani soli, persone con disabilità, migranti, senza dimora, nuclei familiari in condizioni di svantaggio socio-economico. Le proposte possono sviluppare nuovi modelli di assistenza, percorsi di accompagnamento, servizi a domicilio, oppure dispositivi digitali di supporto all’autonomia.
Fondamentale è anche il campo dell’innovazione nei servizi, dove si richiedono soluzioni capaci di migliorare l’efficienza, la qualità e l’umanizzazione dei percorsi di cura. Gli approcci possono spaziare dalla digitalizzazione dei processi clinici alla riorganizzazione dei servizi territoriali, fino alla costruzione di modelli integrati tra sanitario e sociale, capaci di sostenere la persona lungo tutto il suo ciclo di vita.
L’ambito della sanità digitale rappresenta uno dei pilastri dell’innovazione in ambito life science. Si tratta di valorizzare progetti che sviluppino tecnologie intelligenti, medical devices, piattaforme di e-health, strumenti di diagnostica predittiva, soluzioni mini-invasive e tecnologie indossabili. L’obiettivo non è solo il progresso tecnico, ma l’accessibilità e l’equità nella distribuzione dell’innovazione.
Promuovere stili di vita sani, agire in modo proattivo sul benessere e sulla prevenzione rappresenta un’altra frontiera chiave. Il Premio sostiene progetti che puntano a coinvolgere attivamente i cittadini in processi di educazione sanitaria, sensibilizzazione e cambiamento culturale. Il focus è sulla responsabilizzazione collettiva, sulla creazione di ambienti salutari e sull’attivazione di comunità consapevoli.
Il tema dell’assistenza domiciliare viene affrontato non solo come opzione organizzativa, ma come modello relazionale. L’invecchiamento della popolazione, la carenza di personale sanitario e i cambiamenti nelle strutture familiari impongono soluzioni capaci di portare la cura là dove serve. In questo ambito rientrano anche le tecnologie di monitoraggio remoto, i sistemi di telemedicina, ma anche i progetti che affrontano con sensibilità la questione – spesso sottovalutata – della salute mentale.
Nel contesto di una società frammentata, emergono proposte che cercano di ricostruire legami sociali, sperimentando modelli di cohousing, di reti di prossimità, di welfare di comunità. L’innovazione qui non è solo tecnica, ma relazionale. La coabitazione solidale, ad esempio, può diventare una risposta concreta alla marginalità urbana, così come le reti intergenerazionali possono ridare significato a spazi e relazioni apparentemente disattivati.
Infine, il Premio riconosce il valore di chi lavora per diffondere la cultura della cura con attività di formazione e sensibilizzazione. Sono benvenuti anche progetti educativi, percorsi formativi, campagne di comunicazione che aiutino a sviluppare una nuova consapevolezza pubblica sulla cura come valore fondante di una società giusta, inclusiva e sostenibile.
Il Premio Dusmet celebra progetti solidi, credibili, capaci di generare trasformazioni sistemiche e durature, in sintonia con le esigenze delle persone e dei territori, coniugando competenza tecnica, visione etica e partecipazione sociale.
Nel valorizzare queste proposte, la Fondazione Dusmet intende dare voce ad un’idea di innovazione costruita con i cittadini e per i cittadini, che ricordi che il cuore delle scienze della vita non è (solo) il dato, ma la persona.
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