Premio Dusmet, DRUG-PIN e la sfida per una gestione più sicura delle politerapie


DRUG-PIN è uno dei progetti candidati al Premio Dusmet – Life Science | Innovazione Sociale, che si svolgerà il 29 ottobre alla Fiera del Mediterraneo di Palermo (Pad. 20), nell’ambito di Expomedicina 2025.

Al centro di DRUG-PIN c’è una sfida urgente e reale: rendere le terapie farmacologiche più efficaci, più sicure e più adatte ai singoli pazienti, soprattutto quelli più fragili. Il progetto nasce dall’incontro tra clinica e ricerca, grazie alla collaborazione tra medici, psichiatri, biochimici e informatici.

“Il nostro progetto nasce fra le corsie di un ospedale di Roma e i suoi laboratori – racconta Sara Spirito, ricercatrice e membro del team – dal dialogo fra medici, in particolare oncologi e psichiatri, e la biochimica clinica. Dalla domanda del perché alcune terapie potenzialmente perfette sulla carta non funzionassero poi per alcuni pazienti”.

Il problema: troppi farmaci, troppe incognite

L’origine del progetto risale al 2003, quando un gruppo di scienziati italiani e tedeschi ha deciso di affrontare una delle sfide più trascurate della medicina moderna: l’impatto delle politerapie nei pazienti fragili, in particolare negli anziani e negli oncologici. Si tratta di una condizione estremamente diffusa, con conseguenze rilevanti sulla salute dei pazienti e sulla sostenibilità del sistema sanitario.

“Basti pensare che la gran parte dei pazienti over 65 – continua Spirito – ha in media più di cinque farmaci. Queste terapie hanno spesso eventi avversi, interazioni e inefficacia della terapia”.

Da questa esigenza nasce DRUG-PIN una piattaforma digitale brevettata che funziona come sistema di supporto decisionale per il medico (CDSS). Raccoglie e analizza i dati clinici, genetici, farmacologici e fisiopatologici del paziente e restituisce un punteggio personalizzato sull’adeguatezza della terapia prescritta. “Dà informazioni chiare – spiega Sara Spirito – per rendere la terapia il più possibile adatta al singolo paziente“.

Ciò che rende la piattaforma DRUG-PIN unica è la valutazione multilivello delle interazioni farmacologiche, che tiene conto non solo delle coppie di farmaci, ma dell’intera combinazione. Il sistema, facile da usare, permette di sostituire farmaci interferenti con altri equivalenti, riducendo il rischio clinico e migliorando la qualità della cura.

Dalla teoria alla pratica: DRUG-PIN è già realtà clinica

DRUG-PIN è già attivo in centri di eccellenza come la Charité di Berlino, il Policlinico Umberto I e il Sant’Andrea di Roma, dove ha già supportato la valutazione di decine di migliaia di pazienti politrattati. Sono inoltre in corso studi clinici in diverse strutture in Europa e negli Stati Uniti, mentre tre multinazionali farmaceutiche stanno valutando l’integrazione del sistema nei propri percorsi di supporto alla pratica clinica.

“La nostra proposta unisce innovazione, impatto sociale e valore etico – afferma Spirito – perché lavora su interazioni, eventi avversi e inefficacia della terapia, che da dati recenti hanno un impatto molto forte non solo sui costi del sistema sanitario, ma anche sulla qualità di vita del paziente”.

DRUG-PIN risponde a un’esigenza sempre più evidente: uscire dall’approccio “one size fits all” (una terapia valida per tutti) e passare a una medicina di precisione, fondata sulla persona e sulla conoscenza disponibile.

“Personalizzare le terapie in un’ottica di precisione è oggi è possibile e necessario – conclude Sara Spirito – un approccio che si può portare nella pratica clinica e che, proprio per questo, è doveroso”.

DRUG-PIN non promette miracoli, ma offre ai medici uno strumento solido per fare meglio, in meno tempo, con maggiore consapevolezza.

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