Mons. Pennisi: “Il Premio Dusmet è ponte tra fede, scienza e carità operosa”


Nel cuore del Premio Dusmet 2025 “Life Science – Innovazione Sociale”, che sarà assegnato in occasione di ExpoMedicina a Palermo, batte un principio ispiratore che affonda le sue radici nel Vangelo e nella storia della carità cristiana. A ricordarlo è monsignor Michele Pennisi, Presidente Onorario della Fondazione G.B. Dusmet, già vescovo di Piazza Armerina e arcivescovo di Monreale, oggi guida spirituale del premio e testimone vivente dei valori che animano la missione della Fondazione.

“Il benedettino Giuseppe Benedetto Dusmet,” ricorda mons. Pennisi, “in un periodo segnato dalla rivoluzione industriale e dalla nascita del proletariato, seppe coniugare l’impegno culturale per l’educazione cristiana e civile dei giovani, grazie anche alla collaborazione con don Bosco, con una straordinaria attività caritativa a favore dei nuovi poveri e dei malati, che in lui vedevano un padre, un fratello e un amico.”

La sua presenza accanto ai più deboli durante le epidemie di colera, le carestie e le calamità naturali che colpirono Catania tra il 1867 e il 1887 resta un modello attuale di carità operosa, capace di unire azione e contemplazione, fede e servizio. “Dusmet,” aggiunge Pennisi, “era convinto che l’impegno sociale dei cattolici dovesse fondarsi su una solida formazione culturale e spirituale. Il suo esempio – prosegue – preparò il terreno per la Rerum Novarum, l’enciclica con cui Leone XIII gettò le basi della Dottrina Sociale della Chiesa.”

Da questa eredità spirituale nasce la Fondazione G.B. Dusmet, che oggi promuove cultura, solidarietà e dialogo tra fede e scienza. “Il Premio Dusmet – spiega Pennisi – rappresenta la continuità concreta di quel messaggio. Nato dalla collaborazione con ExpoMedicina, il premio sostiene progetti che mettono l’innovazione scientifica e tecnologica al servizio del bene comune, con particolare attenzione ai temi della fragilità, della salute e dell’inclusione sociale.”

Un dialogo etico tra scienza, solidarietà e bene comune

In un’epoca dominata dalla corsa tecnologica, mons. Pennisi richiama con forza la necessità di una riflessione etica profonda. “Come ricordava Pirandello nei Quaderni di Serafino Gubbio Operatore,” spiega, “il rischio della tecnica è quello di ridurre l’uomo a una cosa tra le cose, di trasformarlo in un corpo codificato. Ma l’uomo non è una macchina: è chiamato a gestire la tecnologia, non a esserne gestito.”

È in questa prospettiva che la Chiesa, “esperta di umanità”, ha il compito – sottolinea Pennisi – di “promuovere principi etici condivisi, capaci di guidare l’innovazione verso il bene della persona e della comunità.”

Un riferimento fondamentale, aggiunge, è la Rome Call for AI Ethics, il documento promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, che invita a un uso dell’intelligenza artificiale ispirato a trasparenza, inclusione, responsabilità e rispetto della dignità umana. “In un’epoca di macchine pensanti,” ammonisce Pennisi, “dobbiamo riscoprire cosa significa essere umani. L’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire la coscienza morale. La vera intelligenza è quella che sceglie responsabilmente, con compassione.”

La sfida del futuro: solidarietà e compassione come forma di progresso

Nel suo intervento, il Presidente Onorario della Fondazione Dusmet richiama il cuore evangelico del Premio: “Oggi più che mai abbiamo bisogno di ciò che nessuna macchina potrà mai imparare: la solidarietà e la compassione. La scienza e la tecnologia, se non accompagnate da un’attenzione alla persona, rischiano di diventare strumenti di disuguaglianza. Il Premio Dusmet vuole invece essere un segno concreto di speranza, un luogo in cui innovazione e fede si incontrano per costruire un futuro più umano.”

“Il progresso non può essere solo tecnico o economico – conclude l’arcivescovo emerito di Monreale. Deve essere anche spirituale e sociale. Solo così potremo dire di aver costruito un’innovazione davvero al servizio dell’uomo, in nome di quella carità intelligente e operosa che fu il segno distintivo del beato Dusmet.”

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