“Innovare è un atto d’amore” non è un semplice claim: è il cuore e il senso profondo del Premio Dusmet – Life Science Innovazione Sociale e della giornata del 29 ottobre 2025, durante la quale sono stati annunciati i vincitori. Un evento e, prima ancora, un’occasione per celebrare l’innovazione che parte dalle persone ed è al servizio delle persone.
“Dobbiamo essere protagonisti nell’usare le tecnologie“, ha ricordato Claudia Lentini, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Dusmet, in apertura di un evento che ha declinato temi trasversali, che si ritrovano nella dimensione “umana” dell’innovazione. Insieme a Cristiano Bevilacqua, Direttore della fondazione, Lentini ha sottolineato come “Con questo riconoscimento la Fondazione G.B. Dusmet conferma la sua vocazione a promuovere un’innovazione che ha al centro la dignità umana e il bene comune”.
Il Premio è andato a LOGICAA – Logistica Inclusiva Avanzata e Accessibile, promosso dalla cooperativa sociale ZeroPerCento (Milano). LOGICAA reinterpreta il concetto di magazzino: un’infrastruttura tecnologica progettata per l’inclusione delle persone con disabilità cognitive o psichiatriche, che integra luci LED guida-percorso, sistemi audio direzionali, tablet semplificati e software gestionali in tempo reale.
Tanti gli ospiti su palco, durante i talk che hanno approfondito argomenti trasversali, che trovano un punto di incontro quando mettono al centro l’essere umano: etica, impatto sociale, informazione e tecnologia. I diversi interventi hanno messo in luce quanto sia importante un ecosistema dell’innovazione connesso e propositivo.
“L’innovazione – ha sottolineato Elita Schillaci, professoressa di Imprenditorialità e Business Planning presso l’Università di Catania e componente della giuria del Premio – parte da un’analisi dei bisogni, quindi generare e condividere impresa è un atto d’amore. Nelle startup risiedono i principi di cui parliamo oggi”. Così, la creazione della startup può essere interpretata attraverso una nuova prospettiva, diventando un “atto di fede”, ha aggiunto la professoressa Schillaci.
Proseguendo la riflessione sulle idee che cambiano la comunità, Toti Amato – Componente del Direttivo Federazione Nazionale Ordine dei Medici – ha ha messo in luce il valore della connessione tra etica, morale e deontologia, riportando in primo piano il tema della “umanizzazione“. “La cura – ha detto Amato – è un rapporto di relazione tra persone, quindi va curata la relazione”. Per farlo, è fondamentale che Università, Ordini e territorio facciano sistema.
Mons. Renzo Pegoraro della Pontificia Accademia della Vita, nel suo intervento ha tracciato in modo ancora più chiaro laa traiettoria: “Innovare è come navigare: la centralità e la dignità della persona umana sono la Stella Polare. A questo, si aggiungono responsabilità e coscienza, che sono fondamentali. E, poi, la solidarietà, perché si deve lavorare insieme”.
Questi sono solo alcuni degli interventi che si sono susseguiti sul palco, ma rappresentano un punto di partenza per comprendere ancora meglio quanto il Premio Dusmet riesca ad interpretare il presente in modo concretamente innovativo.
Lo fa, lungo il solco di una tradizione che, partendo dal Monastero Benedettino di San Martino delle Scale abbraccia il presente con lo sguardo rivolto al futuro. “Innovare non è solo creare qualcosa di nuovo, ma scegliere di servire la vita”, ha detto Dom Vittorio Rizzone – Presidente della Fondazione Dusmet e Abate del Monastero – presente durante l’evento del 29 ottobre.
Prima dell’annuncio dei vincitori, sono anche stati assegnati Riconoscimenti e Menzioni Speciali. I 3 riconoscimenti “Comunità di pratica” sono nati per onorare quelle esperienze collettive che, al di là della competizione, incarnando lo spirito del fare insieme e del prendersi cura come forma di innovazione. Sono andati a:
Le Menzioni Speciali Premio Dusmet sono andate ai progetti che hanno contribuito a un’innovazione che mette la persona al centro, trasformando la conoscenza in cura e la tecnologia in solidarietà. Sono andate a: